E’ stato pubblicato il piano degli spostamenti Casa-Lavoro del Comune di Collegno, un documento, redatto dal mobility manager comunale, il cui obbiettivo è analizzare e indirizzare le scelte di mobilità dei dipendenti comunali.

Nel cosiddetto “decreto rilancio”, infatti, viene chiesto alle amministrazioni comunali di “favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale”. Il documento è importante in una città come Collegno che “si configura come un polo generatore di traffico, sia per l’alto numero di dipendenti, sia per l’utenza che genera”.

Le notizie che arrivano da Collegno non sono positive: nel documento si legge che “il Parco mezzi risulta datato, inquinante e generalmente poco manutenuto”. Addirittura “alcuni mezzi sono fermi senza possibilità di essere riparati e utilizzati”.

In effetti il parco mezzi, 28 unità, ha un’età media elevata (12 anni) e solo 4 mezzi hanno alimentazione bifuel, tutti gli altri sono a gasolio e benzina. Nessun mezzo elettrico o ibrido. Ogni anno questi mezzi ci costano 37mila euro, a cui vanno aggiunti circa 20mila euro di carburante e circa 1000 euro per le revisioni periodiche.

Nella città con il “sindaco della bici”, desolante anche la situazione delle bici di servizio: “nel tempo – si legge nel documento – anche il parco biciclette è andato via via peggiorando fino alla completa dismissione“. Ad oggi la città di Collegno dispone di zero bici; solo la Polizia Locale ha alcune biciclette elettriche, sebbene molti cittadini non abbiano mai visto circolare per la città tali mezzi.

Nell’analisi del trasporto pubblico locale, salta all’occhio quello che gli abitanti del quartiere Dora sanno da tempo e che la giunta continua a negare: “Queste ultime linee – quelle che collegano Fermi con comuni terzi, come la CP1 – hanno però corse poco frequenti“.

Per quanto riguarda i 263 dipendenti comunali, solo un terzo (35%) proviene da Collegno, quasi il 20% da Torino e meno dai comuni limitrofi (7% da Grugliasco, 12% da Rivoli, 3% da Pianezza). Da un questionario interno di dicembre 2021, si scopre che circa il 70% dei dipendenti arrivi al lavoro in auto come conducente, percentuale che sale considerando chi arriva in auto come passeggero. Solo il 6% arriva in bici.

Eppure il 43% dei dipendenti abita entro i 5 km dalla sede di lavoro, percentuale che sale al circa 66% salendo a 10 km. Il 47% dei dipendenti dichiara di incontrare “sempre o spesso” code o ingorghi durante il tragitto, segno che la viabilità collegnese è peggiorata moltissimo nel corso degli anni.

Insomma, la città della bici, delle ciclabili, del monopattino, della metropolitana raccontata dal sindaco Casciano non sembra rispecchiarsi nelle abitudini dei dipendenti.

Non a caso il piano spiega che “emerge la necessità di disincentivare l’uso dell’auto privata, consolidando le modalità di trasporto alternative”. Eppure il 43% non è disposto a spostarsi in bici e vorrebbe ciclabili più sicure, oltre ad un trasporto pubblico più efficiente. Bocciato il bike sharing (75% dei dipendenti non sarebbe disposto ad usarlo) così come lo scooter sharing (88% d no). Bocciato anche il monopattino: l’88% dei dipendenti dichiara che non sarebbe disposto a usarlo, nonostante la martellante campagna del sindaco Casciano con tanto di foto per i social.

L’84% dei dipendenti usa l’auto per spostarsi in città durante l’orario di servizio: una percentuale altissima, se si pensa che da anni i cittadini sentono che per gli spostamenti brevi si può usare la bicicletta. E in fatti il piano sottolinea che “occorrerebbe di certo rinnovare e ampliare il parco mezzi comunale, ma, nel frattempo, per gli spostamenti sul territorio ed in orario di lavoro, occorre potenziare i servizi o mezzi alternativi: biciclette, e-bike, servizi di sharing e l’utilizzo dei mezzi pubblici”.

La domanda è perchè non sia stato fatto, considerando che siamo all’ottavo anno di giunta Casciano e pare che solo adesso – con l’obbligo previsto dalla legge – ci si accorga del problema. Il sindaco in otto anni che risultati ha ottenuto sui “suoi” dipendenti?

Tra le proposte del piano, anche la costituzione di parcheggi a pagamento (strisce blu) presso le sedi comunali e le fermate della metrpolitana: “Al termine dei lavori di prolungamento della Metropolitana e del passante ferroviario di Corso Grosseto di Torino, occorrerà valutare l’istituzione di zone con sosta a pagamento presso i principali nodi di interscambio e le sedi comunali, con riserva di parcheggi adibiti al carpooling, carsharing e di altri servizi di trasporto condiviso”. Altro che pesce d’aprile con tanto di pagina dedicata sul sito comunale, qui la proposta è ufficiale e messa nero su bianco dal piano comunale.

Soldi che sarebbero sborsati dai cittadini collegnesi in primis e che verrebbero usati per finanziare il piano Casa-Lavoro dei dipendenti comunali, con convenzioni sul car sharing, navette aziendali e buoni mobilità per i dipendenti, abbonamenti al trasporto pubblico gratis o scontati, soldi per chi usa monopattino o bici, e-bike in uso gratuito, premi per i dipendenti virtuosi. Una proposta che, se attuata come indicato, rischia di introdurre nuovi costi per i collegnesi, andando a portare benefici solo ai dipendenti comunali.

Sebbene il piano indichi la necessità di lavorare su un arco temporale che va fino al 2025, alcune attività partiranno già nel 2022 a beneficio dei dipendenti comunali: 5mila euro saranno spesi per il car sharing, 3mila euro per due focus group sul car pooling e ciclabilità, 5mila euro per attivare un’app di monitoraggio sull’uso del TPL, 5mila euro come contributi per l’acquisto di abbonamenti al TPL, 5mila euro per nuove rastrelliere e stalli monopattini, 500 euro per usare i monopattini durante l’orario di servizio, 13mila euro per acquistare 4 e-bike da dare ai dipendenti per l’uso fuori dall’orario di lavoro, 5600 euro per nuove postazioni di telelavoro, 15mila euro per postazioni per lavoro da remoto, 7mila euro per sensibilizzare i dipendenti sulla mobilità sostenibile, 12mila euro per app e contributo economico ai dipendenti che andranno al lavoro a piedi o i bici, 1 milione di euro per nuove ciclabili. Escluse queste ultime, si tratta di circa 71mila euro, una spesa media di 270 a dipendente: quanti cittadini collegnesi vorrebbero poter usufruire degli stessi benefici?

Una cifra consistente di soldi dei collegnesi, a vantaggio di un numero tutto sommato esiguo di persone (263). L’ennesimo segnale che il doppio mandato Casciano, nonostante i proclami e le promesse, non ha portato i cambiamenti promessi, sperati e raccontati.

Serve adesso un’iniezione di denaro pubblico (soldi dei cittadini) per raddrizzare la situazione, e un’ulteriore “spremuta” di cittadini con la proposta di realizzare parcheggi a pagamento. Il fallimento delle politiche di mobilità del sindaco Casciano e dell’assessore Treccarichi è, ancora una volta, sotto gli occhi di tutti, messo nero su bianco nei documenti ufficiali.