E’ stata votato in Giunta il parere per la nuova discarica di rifiuti tossici e nocivi di Barricalla: l’amministrazione ha ribadito il parere contrario già espresso in passato. Per usare le parole di un cittadino collegnese, “è stato fatto il compitino”: il parere, non vincolante, era un atto dovuto dopo le forti proteste dei cittadini collegnesi che si oppongono all’ennesima discarica sul territorio.

Si tratta infatti di un passaggio burocratico previsto dall’iter di approvazione, un parere non vincolante per stessa ammissione della Giunta collegnese. Ora la palla passa alla Città Metropolitana con la Conferenza dei Servizi: raccolti i pareri, l’iter potrà procedere e il progetto della discarica potrà andare avanti.

L’iter approvativo per la nuova discarica in località Ciabot Gay era partito nel gennaio 2021 in Città Metropolitana (l’ex provincia di Torino) con lo studio di impatto ambientale. A febbraio 2021 un primo parere negativo della Città di Collegno, mentre i cittadini preoccupati chiedevano al sindaco Casciano e all’assessore Manfredi di evitare l’ennesima discarica facendo di più: non bastava la delibera, per altro non vincolante. Serviva molta più attenzione e attività per evitare la discarica. Eppure lo stesso Comitato Savonera – il quartiere collegnese più impattato dalle attuali e future discariche – lamentava l’inerzia dell’amministrazione nel fissare incontri tra gli amministratori e i cittadini collegnesi.

Si arriva così a fine novembre 2021, il Consiglio Comunale collegnese con voto favorevole del sindaco, degli assessori e dei consiglieri PD e Collegno Bene Comune, approva con determinazione 132 la variante che concede il rinnovo per la cava di sabbia e ghiaia in località Ciabot Gay alla Società “Cave Vinassa S.r.l.”: di fatto con il parere favorevole alla variante votato dall’amministrazione politica collegnese si dà l’ok a proseguire le attività di cava nel sito già individuato per la realizzazione della nuova discarica.

Una scelta che ha lasciato sorpresi i cittadini: da un lato l’amministrazione si era dichiarata contraria alla trasformazione della cava in discarica, dall’altro autorizzava il proseguimento delle attività di quella cava che diventerà discarica per rifiuti tossici al termina della propria vita utile.

E infatti, anche grazie a quella delibera collegnese di novembre che autorizzava la variante per il rinnovo delle attività, la Città Metropolitana il 23 dicembre 2021 può portare avanti con la determinazione 7046 l’iter – non di rinnovo ma – di “rinnovo con modifiche”. Modifiche che i cittadini collegnesi conoscono: da cava a discarica per rifiuti tossici e pericolosi.

E’ pur vero che la variante approvata dal consiglio comunale collegnese è condizionata al ritorno della cava ai “luoghi dell’agricoltura” (la discarica è compatibile con l’ambito normativo “gli impianti tecnologici”), ma quando nel lontano 2006 la giunta PD collegnese diede l’ok a trasformare un campo agricolo in cava, era già possibile immaginare che alla fine del cilo vita della cava, il “buco” – nella zona in cui già operava Barricalla con diverse discariche – sarebbe stato riempito di rifiuti e non di terra per coltivare fiorellini.

In sintesi, una serie di scelte sbagliate dal 2006 ad oggi hanno infilato Collegno in un cul de sac da cui è quasi impossibile uscire: il vecchio terreno agricolo è diventato cava, l’attività di cava è stata rinnovata, il buco della cava sarà riempito di rifiuti.

Una lezione per il futuro della città: la scelta di sacrificare terreni agricoli per attività industriali è spesso irreversibile, il PD collegnese ha fatto una valutazione sbagliata anni fa e non sembra voler cambiare rotta nemmeno in futuro: basti pensare alla proposta di usare circa 12mila metri quadri di terreno vergine per realizzare l’edificio del KmBlu (un centro pubblico di ricerca sulle rinnovabili) anzichè rigenerare terreni già compromessi e recuperare fabbricati abbandonati, ad esempio sulle ex aree industriali.

A Collegno non mancano certo edifici pubblici e privati abbandonati, ma la Giunta sceglie di usare un prato consumando nuovo terreno.

Che fare adesso per evitare la discarica? Non molto. Il parere negativo è un pannicello caldo, perchè non è vincolante dunque la discarica può essere fatta indipendentemente dal parere collegnese. Non è un caso che la giunta collegnese specifichi già oggi che qualora il progetto della discarica andasse in porto, Collegno “chiederà che vengano adottate idonee misure di controllo a garanzia della salute dei cittadini e di gestione post-esercizio, oltre ad una valutazione complessiva degli impatti ambientali, sociali ed economici, con la predisposizione degli opportuni interventi compensativi e mitigativi atti a contrastarli”. Un paragrafo che sa di resa: se proprio discarica deve essere, controlliamo che sia sicura e chiediamo soldi o interventi compensantivi.

Una presa d’atto che riporta tutti con i piedi per terra: non è con i pareri non vincolanti che si fermano progetti a cui si è contrari. E nemmeno presenziando senza colpo ferire alle attività di comunicazione di Barricalla.

Se prima in Città Metropolitana c’era seduta Chiara Appendino dei Cinquestelle ed era facile dare la colpa agli altri, adesso c’è seduto Stefano Lorusso del PD, lo stesso partito del sindaco Casciano e delle giunte che governano collegno da decenni. Ci sarà lavoro di squadra, per evitare che Collegno diventi la discarica del nord-ovest torinese?

Collegno è stata esclusa dal Consiglio della Città Metropolitana recentemente eletto: il PD ha scelto di candidare un rappresentante di Venaria, escludendo il PD collegnese. La settima città del Piemonte, feudo PD da decenni, non siede nel consiglio della Città Metropolitana: una scelta che suona come una bicciatura politica per Casciano e la giunta. Vedremo quanto peso riuscirà ad avere la sinistra collegnese anche da scelte come quella sulla discarica: se il buon giorno si vede dal mattino, a Collegno è notte fonda.