Si torna a parlare di Pfas (le microplastiche potenzialmente cancerogene trovate in alcuni campioni di acqua potabile, oltre 10mila tipi di molecole artificiali): Greenpeace in queste ore ha diffuso i dati dei suoi campionamenti indipendenti in oltre 200 comuni italiani, tenuti sotto controllo per la presenza del potenziale cancerogeno. Questi dati mostrano un dato preoccupante: alcuni comuni della Val Susa mostrano tracce di Pfas nelle acque (in particolare Pfoa, una variante ritenuta cancerogena) e addirittura Bussoleno risulta tra i comuni italiani con i valori maggiori. E Collegno?
Nel 2024 il report di Greenpeace, consultabile anche attraverso una mappa costellata di puntini gialli e verdi che indicano i monitoraggi effettuati negli anni, evidenziava una possibile criticità anche sulla rete di Torino. Collegno, seppur con un campionamento limitato ad un solo prelievo del 2023, risultava rossa ovvero acqua contaminata da Pfas nel 100% dei campioni.
Il valore fornito da Greenpeace era pari a 10 nanogrammi per litro, ma subito attorno Grugliasco 20 e Torino picchi di 35: sebbene siano sotto la soglia dei 100 nanogrammi per litro del limite stabilito per legge, è anche vero che in altri Paesi questi limiti sono ormai considerati obsoleti e superati dalle scoperte più recenti: non a caso la Danimarca ha un limite fissato a 2 nanogrammi/litro, Svezia e Belgio 4. Negli Stati Uniti notoriamente permessivi, per PFOA, cancerogeno per l’uomo, e PFOS, possibile cancerogeno, il limite fissato è pari allo zero tecnico. L’agenzia statunitense prevede che con il nuovo limite si eviterà l’esposizione ai Pfas nell’acqua potabile di circa 100 milioni di persone, contribuendo a prevenire migliaia di decessi attribuibili a queste sostanze.
Nei dati consegnati da SMAT, il gestore della rete idrica in provincia di Torino, i calcoli di Greenpeace evidenziavano che altri 14 comuni risultano positivi al composto cC6O4. Questo composto Pfoa non è più prodotto da circa 10 anni dopo il ban internazionale, ed era prodotto in Italia nella dalla Solvay Solexis (diventata ora Syensqo). Per anni si era ritenuto erroneamente che il problema riguardasse solo Veneto e alessandrino, sede di siti industriali, ma le analisi di Greenpeace hanno mostrato che il problema si estende anche ad altre zone.
Secondo Greenpeace, il cC604 non è un a novità per la provincia di Torino: Arpa Piemonte ha rinvenuto tracce del composto nel percolato della discarica Barricalla, a Collegno, lontano quindi decine di chilometri dal polo produttivo della Solvay Solexis. Nel febbraio 2024 il presidente di Smat, in consiglio comunale a Torino, spiegò che i valori erano sotto i futuri limiti di legge ma che comunque era necessario comprendere la sorgente di inquinamento. Il limite di legge previsto dal D.Lgs. 18/2023 è di 0,1 microgrammi/litro (quindi 100 nanogrammi) come somma di PFAS e 0,5 microgrammi/litro come PFAS totali, in vigore dal gennaio 2026.
Nel monitoraggio acque pubblicato da Smat, per Collegno (valori gennaio-giugno 2024) il valore Pfas non è disponibile in quanto il limite, come detto, sarà in vigore da gennaio 2026. Ma considerato il risultato del campionamento del 2023, sarebbe utile che Smat rendesse noti i dati già oggi, senza aspettare il 2026. L’eliminazione dei PFAS dalle acque è realizzabile utilizzando una serie di tecnologie e approcci disponibili, tra cui carbone attivo granulare, osmosi inversa e sistemi di scambio ionico: l’azienda sta sperimentando queste tecnologie e ha stanziato soldi per sperimentare?
Nei prossimi giorni gli attivisti di Greenpeace daranno vita ad una mobilitazione per chiedere che gli enti preposti, a partire da Smat e Ato, l’autorità sulle acque, «forniscano tutti i dati in loro possesso» per comprendere l’entità del fenomeno. Nell’ottobre 2024, il consiglio comunale collegnese votò una proposta di mozione presentata da Enrico Manfredi sul bando dei Pfas a livello nazionale (proposta di Greenpeace) e per verificare la presenza di Pfas nell’acquedotto comunale collegnese, sia accedendo ai dati Smat sia attraverso analisi proprie.
Che fine ha fatto quella mozione? I dati sono stati forniti? Sono state effettuate analisi indipendenti? Qual è il livello di Pfas nelle acque collegnesi? I cittadini, oltre al diritto alla salute, hanno anche il diritto di essere aggiornati.