Sono passati parecchi mesi da quando Collegno Rinasce aveva acceso un faro su due RSA (residenze per anziani) che la giunta di centrosinistra aveva approvato: due edifici multipiano con strade e parcheggi dentro il parco agronaturale della Dora, l’ennesima cementificazione venduta al popolino come rigenerazione di una cascina.
E’ la progettista degli edifici ad aggiungere ulteriori dettagli, confermando che l’intervento sarà all’interno del parco naturale e consumerà suolo attualmente destinato a terreni agricoli: “L’area che sarà oggetto di trasformazione – scrive sul sito – ha una superficie di circa 13.000 mq ed è costituita da terreni agricoli a nord mentre a sud è occupata da una cascina, testimonianza dell’architettura rurale del lungo Dora. Altri fabbricati di recente realizzazione hanno contornato la Cascina per scopi produttivi. Da un punto di vista macroscopico l’ambito si inserisce in un contesto urbano complesso, assumendo in sé i caratteri della campagna in via di trasformazione, della periferia urbana di recente espansione e di una zona necessariamente di confine, essendo questo costituito da un lato dal parco della Dora e dall’altro dalla imponente rete viaria composta dalla Tangenziale Nord di Torino, dall’asse est-ovest della via Pianezza, dalla SP 24 e dalle rotonde di raccordo tra esse”.
Le due R.S.A. da 120 posti ciascuna saranno affacciate a nord e a sud; in particolare nell’area nord ci sarà un edficio totalmente nuovo dove oggi ci sono campi agricoli, mentre lato sud la nuova RSA “sorgerà contigua al fabbricato della Cascina Aurora”. Contrariamente a quanto avevamo scritto, dunque, non si tratta di un recupero ma di una costruzione contigua.
Non possiamo che ribadire quanto già scritto nel febbraio 2022: da un lato si inondano i cittadini di comunicazioni sulla piantumazione di nuovi alberi lungo la Dora da parte della Città Metropolitana, dall’altro si tagliano alberi in città e nel parco Dalla Chiesa e si costruisce dove oggi ci sono prati e terreni agricoli. Il poco terreno verde rimasto a Collegno – dopo le devastanti urbanizzazioni delle giunte di siniustra dagli anni ’80 in poi – viene utilizzato per costruire, e le decine di stabili e capannoni fatiscenti rimangono per decenni inutilizzati, favorendo insediamenti illegali e degrado.
Molti progetti approvati consumeranno terreni vergini: non solo le nuove RSA, ma anche il progetto del Km Blu che prevede di usare 12mila metri quadri di terreno vergine a ridosso della tangenziale anzichè (ri)utilizzare uno delle decine di edifici abbandonati di cui Collegno dispone. La discarica che Barricalla prevede di realizzare dove oggi c’è una cava, un terreno che avrebbe dovuto tornare alla collettività come campo agricolo e che invece ha ottenuto il via libera della giunta per proseguire nelle attività di cava (nel mentre procede l’iter per la discarica di rifiuti pericolosi).
Il sindaco Casciano ha dichiarato nei giorni scorsi che in Italia c’è “uno smodato e dannoso ‘Consumo di Suolo’ giunto ormai a 2,4 metri quadri al secondo di terreni impermeabilizzati”. Purtroppo con le scelte della giunta attuale Collegno continua a contribuire a questa cementificazione selvaggia.