area ex maggiora

La nuova scuola materna costerà ai cittadini collegnesi quasi il doppio: dal progetto da 1,5 milioni di euro si è infatti passati ad un nuovo progetto da quasi 2,5 milioni di euro, con un aggravio di costi vivi per le casse comunali di circa 650mila euro.

La vicenda risale al 2004, quando il Comune di Collegno stipulò con la società Panorama, allora proprietaria dell’area oggetto degli interventi, la convenzione urbanistica per l’attuazione del Comparto “B” dell’Area Centrale. Nello stesso anno fu approvato il progetto esecutivo progetto per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria a scomputo di oneri: anzichè versare soldi nelle casse comunali, il proprietario dell’area avrebbe realizzato opere tra cui la scuola materna.Nel 2006 fu definito anche il piano di bonifica dell’area: prima di poter costruire, il terreno andava bonificato.

Nel 2005 l’area fu venduta da Panorama a Mosaico, che nel 2008 stipulò la convenzione urbanistica per l’attuazione di un intervento a destinazione terziario/commerciale e residenziale (il classico schema palazzoni e supermercati tanto caro all’amministrazione di centrosinistra).

Si arriva così al 2015, quando è stato approvato il progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione secondaria (scuola materna) per un totale complessivo di 1,52 milioni di euro, a totale carico della Mosaico come opere a scomputo. Nel 2018 l’Arpa certifica che la bonifica è stata effettuata, nel 2020 Mosaico comunica di aver terminato le operazioni post bonifica e si può dunque procedere – 14 anni dopo la prima convenzione – a costruire.

Nel frattempo, nel 2019, Mosaico indice gara d’appalto per la costruzione della scuola materna, contratto stipulato nel gennaio 2020 con la vincitrice Rigas e poi risolto nel giugno del 2020. Contattata la società ICF, arrivata seconda in gara, non si è però giunti ad un accordo e dunque, dal 2020 ad oggi, la costruzione della scuola non è mai iniziata.

Si arriva così ai giorni nostri, con l’amministrazione che chiede modifiche rispetto al piano originario: la nuova scuola dovrà essere a zero emissioni (NZEB), avere alcune migliorie (ad esempio una pensilina esterna) e rispettare i nuovi criteri sismici nel frattempo richiesti dal ministero. I costi salgono: il nuovo progetto a carico dei collegnesi passa così da 1.5 milioni a 2.5 milioni di euro circa e la giunta Casciano approva un trasferimento di 650mila euro affinchè il progetto possa partire.

Curiosamente, la città di Collegno cita tra i motivi del ritardo (notare: il progetto esecutivo è del 2015 e la bonifica è conclusa nel 2018, l’appalto è assegnato nel gennaio 2020) “i rallentamenti burocratici legati alla pandemia da Covid19 nonché alla guerra in Ucraina”, eventi che sono stati di breve durata (i cantieri sono stati sospesi 3 mesi per il Covid, e non certo tra il 2015 e il 2020) o successivi ai ritardi stessi (la guerra in Ucraina risale al 2022).

Con i nuovi costi a carico dei cittadini collegnesi, che pagheranno di fatto 2.5 milioni di euro anzichè 1.5 milioni come originariamente previsto, la società Mosaico cederà alcuni terreni al comune, procederà con l’appalto della scuola e l’inizio dei lavori entro la primavera 2024, si impegna a consegnare la scuola entro il giugno 2025.

Il Comune, in cambio, aggiungerà 650mila euro (il resto sono oneri di urbanizzazione che non incasserà, perchè a scomputo) e consentirà alla società di cambiare la destinazione d’uso delle unità immobiliari: quelli che dovevavo essere uffici, diventeranno appartamenti.

Si chiude così il cerchio dello schema più classico di questa amministrazione targata Casciano/Cavallone: “rigenerare” significa far costruire palazzi da vendere a caro prezzo, realizzare continuamente nuove superifici commerciali e far pagare ai cittadini i costi di ritardi e escelte discutibili.