Nella massiccia comunicazione legata al Parco Agronaturale della Dora e alle varie riforestazioni urbane deve essere sfuggito un piccolo – ma nemmeno troppo…240 posti letto – dettaglio: la giunta collegnese ha dato il via libera a fine 2021 alla costruzione di una residenza sanitaria assistenziale (RSA) da 240 posti letto e un centro ippoterapico. Oltre a parcheggi e strade.

Un brutto risveglio per i collegnesi, visto che la nuova costruzione sorgerà dentro a quello che il piano regolatore individua come area servizi del Parco Agronaturale della Dora (nell’ambito normativo dei servizi), uno dei “gioielli” collegnesi per la salvaguardia dell’ambiente spesso usato come vessillo dell’ecologia urbana.

La notizia giunge come un fulmine a ciel sereno per i cittadini: due aree con edifici per la RSA, viabilità, parcheggi pubblici, centro ippoterapico nel Parco Agronaturale. Del progetto non c’è traccia tra le notizie del sito comunale nè di quelle del sito dedicato al parco, eppure è una notizia che dovrebbe essere portata all’attenzione dei cittadini in maniera adeguata.

La RSA sorgerà in via Venaria n. 32-34 mentre il centro ippoterapico in via della Piombia, proprio a pochi passi dall’ingresso del parco. Con la realizzazione del progetto, la città di Collegno non incasserà gli oneri di urbanizzazione ma opere a scomputo per un totale di circa 265mila euro.

Sconcerto tra i cittadini collegnesi, letteralmente bombardati da notizie sull’attenzione all’ambiente, la sostenibilità, la riforestazione, la rigenerazione urbana e poi tenuti all’oscuro dell’ennesima costruzione che potrebbe consunare suolo vergine nei pressi della zona di salvaguardia della Dora. Di certo avrà un impatto ambientale negativo su traffico e inquinamento.

Mentre la parola “rigenerazione” viene usata per il green washing, la realtà è che molti progetti approvati potrebbero consumare terreni vergini: non solo le RSA, ma anche il progetto del Km Blu che prevede di usare 12mila metri quadri di terreno vergine a ridosso della tangenziale anzichè (ri)utilizzare uno delle decine di edifici abbandonati di cui Collegno dispone. La discarica che Barricalla prevede di realizzare dove oggi c’è una cava, un terreno che avrebbe dovuto tornare alla collettività come campo agricolo e che invece ha ottenuto il via libera della giunta per proseguire nelle attività di cava (nel mentre procede l’iter per la discarica di rifiuti pericolosi).

Da un lato si inondano i cittadini di comunicazioni sulla piantumazione di nuovi alberi lungo la Dora da parte della Città Metropolitana, dall’altro si tagliano alberi in città e nel parco Dalla Chiesa senza che a stretto giro vengano sostituiti in loco.

Il poco terreno verde rimasto a Collegno – dopo le devastanti urbanizzazioni delle giunte di siniustra dagli anni ’80 in poi – viene utilizzato per costruire, e le decine di stabili e capannoni fatiscenti rimangono per decenni inutilizzati, favorendo insediamenti illegali e degrado.