Stando al comunicato della Città Metropolitana, “superano i 120 milioni di euro le risorse assegnate al territorio metropolitano di Torino nel PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, che saranno erogati da quest’anno e fino al 2026″. Il PNRR destina risorse a progetti con valenza sociale e territoriale che vedano protagonisti i Comuni nell’area metropolitana dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più diffuse.

Purtroppo, al di là della narrazione politica che i cittadini collegnesi subiscono quotidianamente su rigenerazione e inclusione sociale, Collegno è indicata (al contrario non ci sono i nostri “vicini” Grugliasco e Pianezza) tra le aree dove il disagio sociale e la vulnerabilità sono diffuse.

A dirlo non è l’opposizione politica collegnese, ma l’Istat: l’indice di vulnerabilità supera la soglia; secondo l’Istat a Collegno ci sono molti problemi, dunque la nostra città è ammessa a presentare direttamente finanziamenti per migliorare.

La pioggia di milioni (per la sola Torino si aggiungono 133 milioni) saranno destinati alla rigenerazione, al rilancio economico, alla ricucitura sociale: il sindaco metropolitano Lo Russo ha firmato il decreto nel quale sono indicati i termini e le tempistiche del finanziamento per la parte dei comuni in provincia di Torino.

Entro il 26 gennaio gli Enti locali dovranno presentare le proposte con valore minimo di 5 milioni di euro, poi la città Metropolitrana accorperà le proposte in due maxi progetti da 50 milioni ciascuno ed entro il 16 marzo invierà tutto al Ministero. Progetti sotto i 50 milioni di euro saranno scartati.

Ogni comune – o più comuni insieme – dovrà a brevissimo inviare l’idea di progetto, l’elenco degli interventi e la loro collocazione territoriale, i risultati attesi e un primo prospetto del budget suddiviso per annualità. Per i progetti pre-selezionati, la documentazione definitiva dovrà arrivare entro il 22 febbraio, per dar modo alla Città Metropolitana di preparare poi il progetto finale per il Ministero.

Nel decreto ministeriale, si specifica che inclusione e coesione dovranno essere declinate attraverso l‘eliminazione delle barriere di genere, fisiche, culturali, formative e di contesto socio economico oltre che infrastrutturale, che impediscono la piena partecipazione di tutta la società al processo di modernizzazione e rilancio del Paese.

Collegno ha, tra tutti i comuni della provincia ad alto indice di vulnerabilità, la densità più alta dopo Torino: ben 2737 abitanti per chilometro quadrato. Per dare un’idea di quanto il territorio sia stato devastato dall’urbanizzazione approvata dalle giunte di questi ultimi anni, comuni come Rivoli o Alpignano si attestano a 1500-1600 abitanti.

Un dato che dovrebbe far riflettere sulla necessità di aumentare gli spazi verdi strappando suolo consumato e rigenerandolo, anzichè utilizzare i (pochi) terreni vergini per continuare a costruire (ultimo in ordine di tempo il progetto per consumare 11.300 mq di terreno per un edificio pubblico su terreno vergine). Abbiamo decine di capannoni abbandonati, fabbriche chiuse, edifici pubblici da ristrutturare, sentiamo parlare di rigenerazione da anni – senza che succeda molto – e poi continuiamo a consumare suolo vergine.

Ogni comune o gruppo di comuni potrà presentare un solo progetto: quale progetto invierà Collegno? Ci sarà un consorzio di comuni dell’area? Sarà un vero progetto di rigenerazione urbana per recuperare aree dismesse e abbandonate da anni? Vedremo finalmente un recupero importante e veloce delle aree ex manicomio? Qualche nuova infrastruttura che allevi i problemi di un traffico ormai impazzito? Un progetto per dare a Collegno edifici scolastici moderni e funzionali, considerata la vetustà della maggior parte delle scuole?

E’ un peccato che tra le decine di post quotidiani su Facebook e le ore spese in consiglio comunale non ci sia stato alcun dibattito pubblico su questa importante occasione per la città di Collegno.