via antonelli tonic gem collegno

Con l’eliminazione dal sito ufficiale Tonic del punto di Torino Collegno, chiuso nelle scorse settimane, sembra allontanarsi almeno a breve la riapertura della palestra collegnese.

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Tutto parte dal fallimento della società immobiliare proprietaria dell’edificio: il curatore fallimentare ha decretato lo sfratto esecutivo immediato della società che occupava l’immobile gestendo la palestra. Nel giugno 2021, la società sportiva Aria di Fintess che gestiva la palestra aveva dichiarato fallimento, e la gestione era passata alla ASI Fitness & More. Le prime voci davano per imminente un potenziale acquisto dell’immobile per poi riaprire, ma secondo le ultime notizie questa strada sarebbe impercorribile a causa del fallimento.

Rimane da capire a questo punto cosa abbia guidato la scelta dell’amministrazione, che ha recentemente deciso di rinunciare al parcheggio pubblico a fronte di un versamento di 100mila euro: arriveranno? Non era percorribile l’ipotesi del parcheggio di 1800 metri quadri assoggettato all’uso pubblico, conoscendo le difficoltà finanziarie della società immobiliare? E che ne sarà dell’IMU accumulata in questi anni?

Con lo sfratto e la seguente chiusura, centinaia di clienti sono rimasti con il cerino in mano: molti avevano pagato abbonamenti pluri-annuali e starebbero adesso cercando di recuperare i canoni anticipati, molti avevano attivato un finanziamento con rata mensile: per questi ultimi non basterebbe semplicemente sospendere i pagamenti, perchè rischierebbero di finire nella lista dei “cattivi pagatori” e avere in futuro problemi di accesso ad altri finanziamenti.

Tra dicembre e gennaio, una delle associazioni di consumatori attente alla vicenda, la Adoc, ha organizzato incontri e dato indicazioni sul come fermare i pagamenti, tanto che alcuni ex-clienti hanno deciso di iscriversi per avere supporto legale.

Le voci intanto si rincorrono sui gruppi Whatsapp degli ex clienti, ma sono difficili da confermare e dunque vanno prese con estrema cautela perchè non verificate: qualcuno ipotizza l’acquisizione dell’immobile da parte di un nuovo gestore che potrebbe garantire l’utilizzo parziale dei periodi non goduti, altri ipotizzano querele che potrebbero portare ad azioni penali. Alcuni clienti avrebbero inviato richiesta formale di rimborso ricevendo una risposta “in fase di elaborazione”.

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Non sembra aver portato molti risultati invece l’interessamento di alcuni politici locali: a parte le prime promesse di circostanza, non risultano ad oggi risultati per il recupero delle somme o la riapertura. Nè è stato comunicato quali azioni concrete sarebbero state prese per risolvere positivamente la vicenda. “Aspettare” è il mantra.

Decine di messaggi che ipotizzano azioni, soluzioni, scenari ma come detto sono al momento voci. Nelle prossime settimane potrebbero comunque arrivare le prime novità concrete: la situazione è complessa e manca ad oggi un coordinamento centrale di tutti gli (ex) clienti.