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Come anticipato nei giorni scorsi, si è concluso il progetto di monitoraggio degli odori a Borgata Paradiso, che ha coinvolto per tre mesi, da aprile a luglio 2022, alcuni cittadini-sentinella collegnesi. Collegnorinasce ha seguito la vicenda da vicino a supporto dei cittadini, ed è in grado di anticipare in esclusiva le conclusioni dell’ARPA.

I cittadini hanno letteralmente “annusato” l’aria e segnalato in particolare l’odore di gomma, per un “monitoraggio del disturbo olfattivo” come previsto da una delibera regionale del 2017. A conclusione del monitoraggio, l’ARPA ha concluso che la “commistione tra aree residenziali e produttive, venutasi a creare negli anni, appare evidentemente in contrasto con le più elementari norme di pianificazione di sviluppo del territorioche richiedono “di collocare le industrie insalubri isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni“.

Una situazione che è già nota all’amministrazione da anni: “Come più volte rimarcato negli anni – dice l’ARPA – la situazione urbanistica presente, oltre a non rispettare le norme previste dallart. 216 del R.D. 1265/34 sulle industrie insalubri, rende difficoltoso qualsiasi intervento tecnico di mitigazione delle emissioni odorigene” perchè l’azienda è pochi metri dalle case.

Le soluzioni? Un nuovo impianto di abbattimento degli odori (che però deve avere costi sostenibili e non dà garanzie) o lo spostamento dello stabilimento (che deve avvenire in accordo con l’azienda). La palla passa adesso all’amministrazione comunale, che in questi anni non è riuscita a trovare la soluzione a quello che è un vero rompicapo: l’azienda rispetta le norme ma viene confermato che gli odori sono fastidiosi e difficilmente potranno essere eliminati.

Collegnorinasce auspica che ci sia in tempi brevissimi la convocazione di un tavolo di confronto, pubblico e aperto a tutti i cittadini della Borgata Paradiso, affinchè siano illustrati il risultato dello studio e gli impegni dell’amministrazione per risolvere il problema dopo anni e anni di puzze moleste.

Il progetto degli annusatori parte da un tavolo cittadini-amministrazione aperto nel 2020, dopo anni di dibattiti sugli odori di gomma in Borgata Paradiso, sfruttando la delibera regionale che definisce le Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività a impatto odorigeno”.

Undici cittadini durante il periodo di studio hanno segnato in maniera anonima su apposite schede gli odori, e in parallelo le apparecchiature meteo registravano i dati sull’aria: i “nasi” sono residenti principlamnete tra le vie Macedonia, Vandalino, Podgora e Sabotino tra i 20 e i 70 metri (tranne il caso di un cittadino a 240 metri, che però non ha inviato segnalazioni).

Un sensore sonico montato sul cosiddetto “Naso Elettronico” di ARPA ha campionato ogni 10 minuti la qualità dell’aria,  nel periodo tra il 19 aprile e il 19 luglio 2022. E’ stata poi la struttura specializzata del Dipartimento Tematico Sistemi Previsionali dell’ARPA a elaborare i dati forniti, studiando i venti in particolare quelli a velocità superiore a 0.5 m/s: la maggior parte dei venti proviene da nord est e nord-nordest con velocità tra 1 e 2 metri al secondo. Questi dati sono poi stati “unificati” con le schede dei cittadini. I risultati?

L’ARPA afferma che “durante la depressurizzazione e successiva apertura dellautoclave avviene l’emissione degli aeriformi generati dalle operazioni di vulcanizzazione” della gomma e che “gli aeriformi espulsi dal camino, unitamente ad altre emissioni diffuse che potrebbero fuoriuscire dalle aperture o dai ricambi aria dello stabilimento, sono alla base dei fenomeni odorigeni lamentati”.

La direttiva regionale pone due soglie per poter dire che esistono odori fastidiosi: almeno il 5% delle segnalazioni deve essere validato (e qui siamo all’11%) per almeno 2% del tempo (e qui siamo al 2,6%), tanto che ARPA afferma che “un simile risultato è indice di un problema significativo di odori che ricade sull’area” e che “il superamento della soglia conferma la necesità di affrontare il problema delle emissioni odorigene. Una necessità che i cittadini sostengono da anni ma che, di amministrazione in amministrazione, non è mai stato risolto in via definitiva.

Come sottolinea il documento ARPA, “i prelievi alle emissioni in atmosfera dellazienda hanno verificato il rispetto dei limiti autorizzativi” in più occasioni, anche “ulteriori verifiche effettuate (autocontrolli analitici del 2018) hanno confermato tale rispetto dei valori limite alle emissioni”.

Lazienda – si legge nella relazione ARPA-  alcuni anni fa, ha spostato il camino a servizio dellautoclave di vulcanizzazione in posizione più centrale allo stabilimento ed equidistante dalle abitazioni che lo circondano. Inoltre ha potenziando laspiratore per aumentare la velocità di deflusso in atmosfera degli inquinanti gassosi e favorirne così una miglior dispersione”.

Questi interventi, però, non hanno risolto il problema degli odori percepiti dai residenti” tanto che “gli interventi effettuati dalla proprietà per migliorare lespulsione degli inquinanti aeriformi in atmosfera ai fini di una migliore dispersione, hanno portato risultati parziali e insufficienti.

E anche nel 2022 l’azienda ha continuato a collaborare tanto che la stazione meteo portatile dedicata al monitoraggio è stata montata sul tetto dellazienda stessa e alimentata tramite presa elettrica dello stabilimento. Insomma, l’azienda rispetta le norme e ha sempre collaborato, ma gli odori sgradevoli rimangono e serve intervenire.

Soluzioni? Secondo ARPA le possibili strade sono due: un potenziamento dellimpianto di captazione e abbattimento (filtrate meglio aria e avere meno odori rilasciati in atmosfera) e oppure, in accordo con l’azienda, una ricollocazione dello stabilimento in area idonea (lontano dalle case).

Nel caso si scelga la via del nuovo impianto, ARPA sottolinea nuovamente che l’azienda rispetta i limiti previsti dalla legge per le emissioni dunque un eventuale impianto sovrà essere progettato per limitare gli odori, tema su cui “la letteratura non è così consolidata” ovvero non è detto che il problema possa essere risolto risolto. L’impianto dovrà avere “costi sostenibili per l’azienda”, ovvero poichè le norme sono rispettate l’azienda non dovrà avere costi insostenibili per abbattere gli odori. Infine, ARPA sottolinea che “dove le abitazioni sono distanti pochi metri dallo stabilimento, non vi è garanzia che ladozione di un impianto di abbattimento possa essere risolutivo per la problematica degli odori”.

Se questa soluzione non sembra dunque dare certezze, la soluzione di uno spostamento dello stabilimento deve avvenire “in accordo con l’azienda“. Questa possibilità, già esplorata in passato, non ha dato al momento risultati. Servono incentivi economici? Quali sono gli ostacoli?

Collegnorinasce continuerà a seguire da vicino la vicenda, chiedendo all’amministrazione di prendere impegni concreti per la risoluzione definitiva del problema, mettendo in campo le risorse necessarie in tempi brevi.