storico stabilimento pastiglie leone

Pastiglie Leone raddoppia a Collegno: la conferma è arrivata da Luca Barilla, vicepresidente dell’omonimo gruppo alimentare e dal 2018 proprietario dello storico marchio Pastiuglie Leone insieme alla moglie Michela Petronio (vicepresidente di BluFuture, l’area di corporate venture del gruppo Barilla che investe in startup food tech), e ai figli Sara e Pietro.

La famiglia Barilla sta infatti lavorando con l’amministratore delegato Massimo Pozzetti all’espansione del gruppo sui mercati internazionali, in particolare per quanto riguarda le linee dedicate al cioccolato, un business fortemente voluto dal ragionier Monero storico patron dell’azienda. Dai circa 11 milioni di fatturato e 80 dipendenti, l’azienda punta ora ai mercati internazionali: “Porterò una forte spinta al marketing, incluso quello digitale, e del packaging. E l’attenzione allo sviluppo dei mercati esteri” dichiarava Barilla pochi anni fa.

E aggiungeva “Devolveremo una percentuale dei profitti al territorio: progetti di formazione e borse di studio per ragazzi meritevoli. Sono convinto che se un’azienda non si preoccupa della comunità in cui vive non c’è futuro. Investiremo più di un milione di euro su questo fronte. E mi piacerebbe assumere altro personale. E poi vorrei fare qualcosa per il territorio. Non c’è futuro se l’azienda non si preoccupa della comunità in cui vive.”

interno stabilimento leone collegno

Nella primavera 2023, accanto allo stabilimento attuale nella zona industriale di Collegno, nascerà un nuovo stabilimento completamente dedicato al cioccolato. L’investimento, che dovrebbe essere nell’ordine dei 15-20 milioni di euro, porterà alla realizzazione di uno stabilimento a basso impatto ambientale (per quanto, secondo indiscrezioni, sorgerà sull’ampio prato di fianco all’attuale stabilimento, consumando suolo) già predisposto per le visite del pubblico con tanto di spaccio. Sono già 4 gli esperti di cioccolato assunti in vista della nuova avventura dolciaria di Leone.

La storia di Pastiglie Leone iniziò nel 1857 ad Alba dove il pasticciere napoletano Luigi Leone si mise a produrre le ormai leggendarie pastiglie. Luigi si spostò poi a Torino, divenne fornitore della Real Casa (tanto da poter utilizzare il vessillo dei Savoia sui prodotti). Qualche decennio più tardi, il timone passò alla famiglia Monero che abbandonano il vecchio palazzo liberty torinese del 1906 (ampliato e ristrutturato dall’architetto Mollino nell’immediato dopoguerra)  per approdare a Collegno. Poi l’arrivo dei Barilla nel 2018, con un fatturato che nel 2021 si è attestato a 11 milioni di euro con una crescita del 20% rispetto al 2020.

pastiglie leone torino

“Intendiamo presidiare il segmento premium a livello internazionale. La quota dell’export è già aumentata del 30%. Stiamo facendo rotta su Svizzera, Germania, Francia, Corea del Sud e Messico. Presto avremo altri mercati di sbocco. In qualche modo, poi, pratichiamo il reshoring: alcuni tipi di lattine non li produciamo più in Cina, ma in Europa” sottolinea a Repubblica Massimo Pozzetti, manager di lungo corso arrivato in Leone nel maggio 2021. Si punta ad una crescita del 20% anno su anno grazie al cioccolato e nuove collaborazioni (ad esempio Lété e Racca).
Ricadute sul territorio? La Leone ha comunicato ai sindacati l’intenzione di assumere nuovo personale (voci parlano di 10-20 dipendenti), anche se la legge vieta la discriminazione delle assunzioni in base alla residenza e dunque, come già successo per altre aperture commerciali, non ci sarà alcuna precedenza ufficiale per i residenti di Collegno.
La percentuale sul profitto promessa nel 2018 per le borse di studio c’è stata e rimarrà? In attesa di scoprirlo, la Leone ha fatto sapere che il nuovo stabilimento, richiamando nelle linee quello del 1800, diventerà un’opportunità di studio per le scuole dell’area metropolitana torinese.