rifiuti borgata paradiso collegno

Borgata Paradiso nord è ormai una discarica a cielo aperto: da mesi cresce l’accampamento abusivo di baracche e, con esso, crescono i cumuli di rifiuti sparsi per il quartiere.

La porta di ingresso alla città attraverso la metropolitana con il capolinea Fermi si presenta con immondizia sparsa ovunque, cumuli di rifiuti abbandonati, baraccopoli abusive e un via vai di persone che rubano rifiuti all’Ecocentro, utilizzati per costruire ulteriori baracche o abbandonati per strada dopo averli parzialmente usati.

Una situazione critica, pericolosa dal punto di vista igienico-sanitario, di sicurezza ambientale e ovviamente dal punto di vista del decoro di chi abita in zona e di tutti coloro che ogni giorno transitano dal capolinea Fermi. L’immondizia si accumula, e la situazione degenera di giorno in giorno.

Nelle foto del nostro reportage, è possibile vedere quale sia la situazione ambientale della borgata:

E cosa ha fatto e sta facendo l’amministrazione comunale per risolvere una situazione che si trascina ormai da mesi se non anni, e che è sempre più critica?

Il sindaco Casciano in risposta alle segnalazioni evidenza “la difficoltà nel poter mettere in atto azioni di contrasto” alle baracche “in aree private” perchè gli strumenti legali “non sono efficaci e risolutivi”. Secondo il sindaco, gli uffici comunali e la polizia municipale “hanno avviato l’iter per lo sgombero e la rimozione” per provvedere il prima possibile al ripristino “di una situazione di decoro e sicurezza”. In sostanza legge non si dimostra efficace e poichè le baracche e i rifiuti sono su aree private, l’azione dell’amministrazione è limitata “se non accompagnata dalla collaborazione dei privati nel presidiare e controllare” tali aree.

Sui continui furti all’Ecocentro, invece, nonostante le segnalazioni, durante il consiglio comunale l’assessore Manfredi ha chiarito che recintare con un muro costerebbe troppo, dunque non sarà fatto. Si procede con piccoli interventi non risolutivi (ad esempio il rafforzamento dei giunti della recinzione), che costano ogni volta qualche decina di migliaia di euro e non risolvono il problema: la recinzione viene tagliata e lo “shopping” di rifiuti continua.

Si tratta di un’areea comunale, dunque almeno in questo caso i privati non c’entrano. A farne le spese i cittadini, perchè rifiuti potenzialmente pericolosi vengono sottratti e poi spesso abbandonati in giro dopo la “lavorazione” abusiva (ad esempio asportazione di rame e successivo abbandono del rifiuto elettronico sul terreno).

Per le baracche, è davvero come dice il sindaco? Più o meno. Ci sono due motivi per tale giustificazione potrebbe non essere sufficiente: la prima è che qualche nuovo insediamento potrebbe essere su terreni e vie pubbliche, su cui c’è maggiore possibilità di intervento diretto. La seconda è che se anche il terreno è privato, il sindaco può (e secondo noi dovrebbe) intervenire con sanzioni e denunce verso i privati che non intervengono.

In altre parole il fatto che un terreno sia privato non significa che su quel terreno ci possano nascere baracche o si possano scaricare rifiuti. E se il privato non interviene, ci sono numerosi strumenti a disposizione per sgomberi forzati, snazioni e pulizia a spese dei proprietari. 

Quante denunce sono state presentate dal Comune verso i proprietari delle aree? Quante richieste danni (ad esempio per danno ambientale e danno di immagine) sono state presentate negli ultimi anni? Quante sanzioni sono state elevate verso i proprietari nel caso fossero inadempienti? Prima di accettare la giustificazione del “non abbiamo strumenti pertchè la legge ci limita” sarebbe utile avere queste risposte. Arriveranno?

Post Scriptum: per chi è interessato, qualche approfondimento sul tema…

– Il catasto

Innanzitutto bisogna considerare se tutte le aree siano private, o se ci siano baracche su terreni pubblici e di chi siano i terreni privati. Nell’esempio sotto, si può ad esempio vedere le varie particelle che compongono i mappali della rotonda Cervi/Certosa. Serve considerare che normalmente le vie pubbliche, salvo eccezioni, sono su terreni pubblici. E’ quindi ipotizzabile, nel caso in questione, che via Sassi, Viale Certosa e Corso Cervi siano su terreni pubblici.

mappali catastali collegno

Prendiamo ora le baracche su Via Tampellini/Terracini (la foto è nel tratto di Via Terracini angolo via Fermi):
baracca abusiva collegno

queste baracche sono costruite sulla via Tampellini/Terracini, nel tratto sterrato. I collegnesi più attempati ricorderanno la recinzione che separava la via Tampellini dal Campo Volo. Recinzione che, sebbene avvolta da fogliame, è tuttora visibile. Con la costruzione di Viale Certosa, una porzione dei terreni a nord della recinzione è stata utilizzata per il Viale (dove un tempo passava la ferrovia che portava allo stabilimento Aeritalia), mentre la porzione a sud vede ancora la via Tampellini (ora Via Terracini in alcuni tratti). Tale via, in linea teorica, è una via pubblica demaniale, mentre le porzioni di terreno ai lati sono private. E’ così? O la via Terracini è su terreni privati? La baracca in foto è su terreno pubblico, anche se si trova nel solco della vecchia Via Tampellini?

Qui si può vedere come sia costituita la particella: una porzione pubblica su Viale Certosa e una privata (in alto la particella 4108, adiacente a 4095 e 4070). Nella foto satellitare di Google Maps si può riconoscere l’incrocio delle tre vie e l’agglomerato delle baracche.

particella 4108particella 4108 satellite

– Le ordinanze di sgombero
Ci sono state in passato alcune ordinanze di sgombero che intimavano ai proprietari di pulire i terreni e liberarli dagli occupanti abusivi. L’ultima in ordine di tempo è molto recente: 23 settembre 2022, più o meno nel periodo in cui in seguito alle forti pressioni della cittadinanza, delle opposizioni e di Collegnorinasce, anche i media e Striscia la Notizia hanno iniziato ad occuparsi del caso. In dettaglio, l’ordinanza del 23 settembre richiama una simile ordinanza in cui veniva ordinato a tre società (Foglio 8 mappale 4108, BANCO BPM S.p.A; Foglio 8 mappale 4095, CERVI S.r.l.; Foglio 8 mappale 4087 ADELFIA S.r.l. per 4/6 e EDIFIN S.r.l. in Liquidazione per 2/6). Nell’ordinanza il sindaco spiega che Banco BPM è l’unica che ha ripulito a giugno: le particelle 1408/4095/4070 presentano ad oggi nuovamente numerose baracche abusive, dunque la situazione è  tornata simile a quella di giugno 2022. Gli altri proprietari, sempre secondo l’ordinanza, non sono intervenuti a giugno.  Altre baracche sono presenti sul lato ovest della particella 4095, confinante però con il tratto di strada pubblica di Corso Cervi. La baracca è su terreno privato o pubblico?

Altre baracche si trovano tra via Oriente e via De Amicis (nella foto satellitare). Sono state comprese nell’ordinanza? Se no, perchè? Se sì, essendso lì da mesi, perchè solo adesso?

Altre baracche sono presenti nel tratto di via Manzoni dopo l’incrocio con Via Sassi, ai bordi dell’ex Mandelli: è già stato richiesto ai proprietari dei terreni lo sgombero e pulizia? Qual è l’ordinanza di sgombero per questa particella?

Secondo il sindaco, le baracche abusive “non sembrano essere in congrue condizioni di sicurezza e di igiene, al punto tale da poter costituire un serio pericolo per le persone che li occupano”. L’ASL TO3 dice che ” è stato messo in evidenza che, oltre alla possibile presenza di roditori per la notevole quantità di rifiuti, vi è anche un grave pericolo per la salute pubblica”. Ora, se la situazione è grave, davvero l’amministrazione non ha il potere di ordinare sgombero immediato per la tutela dell’ambiente e delle persone che occupano le baracche? Se c’è pericolo, non conviene intervenire subito? Perchè l’ordinanza riguarda solo parte delle particelle su cui sono attualmente presenti baracche di fortuna?

In fondo l’ordinanza chiarisce che “i Sigg. proprietari (come visto tranne BPM) dal giugno 2022 non hanno posto in essere alcuna condotta che potesse eliminare la situazione di abbandono di rifiuti sulle parti marginali dei loro fondi, non hanno provveduto ad estirpare le sterpaglie e non hanno ottemperato all’ordine emesso dal Sindaco rendendo sempre più urgente la necessità di intervento sulle aree in oggetto”: ma se la prima ordinanza non è rispettata, sono state fatte le denunce? E’ lo stesso sindaco a ricordare che “l’inottemperanza dell’ordinanza, emessa per ragioni di sicurezza, igiene e sanità pubbliche, è punita dall’art. 650 del codice penale“, dunque perchè una seconda ordinanza? La città di Collegno ha già citato per danni? Ha sporto regolare querela per il mancato rispetto dell’ordinanza di giugno e chiesto di individuare i responsabili?