Non è sfuggita a molti lettori l'”agitazione” con cui nell’ultima settimana l’amministrazione comunale sta affrontando il tema del recovery plan, i fondi europei che saranno assegnati ai comuni italiani per rimettere in moto l’economia e portare avanti idee sul territorio. Post, link ad articoli esterni postati tramite i proprio profili Facebook, addirittura una diretta domenicale su Facebook. Perché?

Semplice: nella lista dei progetti presentati alla Regione Piemonte, alla voce “Comune di Collegno” non si trova nulla. Zero idee, zero proposte, zero richieste di finanziamento. Ci sono progetti della città metropolitana di Torino (che dunque potrebbero avere ricadute), c’è un progetto legato alla residenza universitaria di Grugliasco, ma alla voce “Collegno” il deserto. Milleduecento progetti, 27 miliardi di euro, e Collegno non compare.

Next Generation Piemonte” è il documento approvato durante una riunione straordinaria della Giunta regionale che contiene oltre 1200 progetti dal valore complessivo di 27 miliardi di euro, ovvero i contributi giunti dal territorio dei quali si chiede al Governo l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan. Collegno? Non pervenuta.

Ecco dunque spiegato perchè negli ultimi giorni vengono mandati messaggi rassicuranti ai cittadini collegnesi, preoccupati di vedere ancora una volta il territorio locale escluso dai progetti con ricadute economiche e sociali rilevanti. Come spiega il primo cittadino di Collegno Francesco Casciano allo Spiffero, “c’è stato un problema sia sul livello tecnico-organizzativo sia su quello politico-strategico. In entrambi i casi è mancata una regia”. Una frase che non spiega molto: quali sono i problemi tecnici-organizzativi che hanno permesso a 1200 soggetti di presentare idee e richieste di fondi, e lo hanno impedito a Collegno? Sono stati sollevati in passato e a chi?

Sul fatto che manchi una regia di coordinamento, questo è evidente da tempo. I comuni della Zona Ovest sono andati in ordine sparso, sebbene ci fosse ad esempio una società costituita ad hoc (e pagata con fondi pubblici dei cittadini collegnesi) chiamata Patto Zona Ovest. Sono questi i problemi sul piano politico-strategico di cui parla Casciano?

Nel caso del Patto, la Città di Collegno detiene il 20,09%, ma nella delibera 68/2020 la società viene messa in liquidazione cedendo il ramo d’azienda alla Cidiu s.p.a. perchè non venga disperso il know how acquisito. Chi dovrebbe garantire la “regia” del Nord Ovest torinese? E’ evidente che non può essere la Regione, né la Città Metropolitana. Perché Collegno non s’è fatta capofila di questa regia? Perché si aspetta sempre che ci sia un problema per affrontarlo via Facebook anziché affrontarlo ex ante e proporre una visione strategica?

E’ evidente che non mancherebbero le motivazioni per portare avanti progetti di interesse comune per la zona nord ovest e progetti locali su Collegno: si pensi al prolungamento metropolitana fino a Rivoli se non oltre, o al recupero delle aree tuttora fatiscenti degli edifici della Certosa, alla nascita di un polo di eccellenza aeronautica al Campo Volo (e non lo spostamento dei VV.FF. senza benefici per i collegnesi).

Eppure Collegno non ha presentato progetti. La Regione ha riaperto i termini per la presentazione fino al 16 aprile: riuscirà la Città di Collegno a presentare progetti strategici? Esiste una visione futura per la città?

Non bastano le dirette Facebook perchè i progetti siano finanziati… crediamo serva meno tempo speso sui social e più negli uffici per far accadere le cose.