campo rom collegno

Milioni di euro spesi dai cittadini collegnesi, decine di anni di promesse non mantenute, una situazione di degrado che avanza e la presenza di persone non residenti e senza titolo per occupare le piazzole: questa in sintesi la situazione del campo rom di strada della Berlia.

In un documento approvato dalla giunta, si prende finalmente atto che “la situazione del Campo si è via via deteriorata, sia dal punto di vista igienico-sanitario che della sicurezza e oggi la realtà del Campo non rappresenta più una risposta adeguata ed attuale alle esigenze di accoglienza e di
integrazione che erano state il punto di partenza all’epoca della sua costruzione”
e anzi evidenzia il degrado, l’esclusione sociale e la forte marginalità dei nuclei attualmente presenti al suo interno”. Insomma, quello che è stato il simbolo dell’integrazione collegnese, portato avanti dal PD e dalle maggioranze susseguitesi negli anni, è stato un fallimento totale. Un fallimento che è costato milioni di euro ai cittadini e che ancora oggi, tra bollette insolute, costi di demolizione e appalti alle cooperative sociali, costa ai cittadini collegnesi una cifra elevata ogni anno. Soldi che, come messo nero su bianco, non sono serviti a raggiungere l’obbiettivo iniziale.

Nella migliore delle tradizioni, però, il problema diventa di qualcun altro. La Giunta infatti sottolinea che “sono stati dettati gli indirizzi per la ricollocazione della popolazione residente nel Campo di Strada della Berlia in soluzioni abitative da reperirsi in area vasta”: in sostanza il comune chiede alla Regione a tutte le ATC piemontesi (le aziende che gestiscono l’edilizia popolare) di dare “disponibilità all’elaborazione di una strategia complessiva e progressiva, unitamente allo stanziamento delle risorse occorrenti, per la
ricollocazione abitativa dei nuclei presenti al Campo, la demolizione dei manufatti e la bonifica
dell’area”.

Eppure viene scritto che “si rileva un alto livello di degrado e di marginalità sociale connessa alla vita nel Campo e si conferma la forte ed urgente necessità di procedere nella chiusura e nel superamento del Campo di Strada della Berlia”. Forte e urgente necessità di chiudere.

Dopo aver utilizzato il campo rom come strumento di propaganda negli anni passati, simbolo dell’accoglienza della sinistra collegnese, adesso che il fallimento del progetto è chiaro a tutti dovrebbe essere qualcun altro a risolvere la situazione trovando una sistemazione ai nuclei famigliari rimasti (circa 12 famiglie “ufficiali” rilevate dalla coop sociale, più una serie di nuclei abusivamente residenti al campo) e pagando i costi di bonifica (probabilmente qualche milione di euro).

I responsabili del fallimento che conseguenze avranno? Che fine ha fatto la grande strategia di accoglienza, mixitè sociale, social housing tanto cara alla nostra giunta? E che fine hanno fatto le risorse proprie di bilancio – un bilancio definito più volte sano e rigoglioso che pareggia ogni anno attorno ai 70 milioni – che permetterebbero la chiusura del campo entro il 2022, come da programma? Mistero. Mistero anche sul progetto di rigenerazione urbana che prevedeva fondi per circa mezzo milione di euro: che fine ha fatto?

I cittadini collegnesi hanno pagato una giornata di studi sul tema lo scorso settembre 2021: il risultato della giornata con l’associazione romana 21 Luglio? Scoprire che lo “strumento basilare per addivenire al superamento del campo” è la redazione di un Piano di
Azione Locale (P.A.L.)
: documento di taglio politico, strategico ed operativo con il quale definire i
principali attori, le relative risorse/competenze, i beneficiari, le azioni di intraprendere, i tempi
previsti e i risultati attesi, la campagna comunicativa, il monitoraggio e le valutazioni finali”.

Un ennesimo piano – ma non ci avevano raccontato che era già elaborato da anni un piano per la chiusura? – con tavoli intersettoriali e interistituzionali (riunioni, incontri, parole) su 4 temi: piano anagrafico e housing, formazione e lavoro, welfare e salute, istruzione e minori.

Intanto la Giunta ha stabilito di trasferire al Consorzio Ovest Solidale la somma del fondo FSC per l’anno 2021 finalizzata all’implementazione ed al potenziamento dei servizi sociali: insomma sarà il Consorzio a dover produrre “nota progettuale ed operativa in merito all’utilizzo delle risorse necessarie per la realizzazione di interventi di accompagnamento sociale volti alla chiusura e al superamento del
Campo di Strada della Berlia”.
Un’altra responsabilità terziarizzata, come già visto con la ricerca dei fondi per la chiusura e delle soluzioni abitative.

Se da un lato la situazione del campo è complessa, dall’altro è evidente che le politiche attuate dalle amministrazioni negli ultimi 30 anni sono state un fallimento, costato ai cittadini milioni di euro senza che si arrivasse ad un risultato.

Adesso che la situazione è diventata insostenibile, la Giunta passa la responsabilità di reperire case e soldi ad altri: una scelta chiaramente poilitica, ma che mostra ancora una volta che la narrazione e le dichiarazioni pubbliche di sindaco e assessori sono lontanissime da quella che è la vera realtà del territorio. Un fallimento che continua a pesare sulle spalle dei cittadini collegnesi.