Nei giorni scorsi avevamo affrontato il tema della ex acciaierie Mandelli, un’area che da oltre 20 anni è abbandonata e diventata nel tempo sede di occupazioni abusive con costruzione di baracche di fortuna. Decine di persone inclusi bambini accampate in condizioni igienico-sanitarie precarie, senza acqua corrente, senza bagni… sebbene i sopralluoghi del Comune abbiano rilevato solo erbacce e rifiuti.

L’ennesima ordinanza di sgombero e pulizia è stata eseguita il 15 aprile, con l’aiuto delle Forze dell’Ordine e dei servizi sociali perchè, lo sapevano tutti, l’area era abitata da persone. Una famiglia con minore è stata accolta a spese del comune di Collegno per una settimana da un’associazione rivolese, mentre le decine di adulti restanti sono stati fatti sgomberare. Dove?

Come sanno i residenti collegnesi, che assistono allo stesso “giochino” da oltre 20 anni, gli occupanti delle baracche si sono spostati di qualche decina di metri, in attesa che passi la tempesta mediatica di questi giorni e che possano riprendere possesso dell’area abbandonata rendendo vana l’ennesima ordinanza di sgombero. Nella foto di copertina, una baracca provvisoria nelle vicinanze della Mandelli. Gli spiazzi dietro la Coop, l’ex edificio Aiassa, il piazzale posteriore di Tuttocarta sono diventati sede provvisoria in attesa di rientrare alla Mandelli.

Già il giorno successivo allo sgombero è stata aperta una nuova breccia nel muro di cinta, da cui gli occupanti abusivi si infilano per ricominciare a costruire le baracche. Disperati i residenti, che da troppi anni ormai subiscono l’incuria e l’abbandono di questa area.

Il sindaco Casciano aveva spiegato che è la situazione è “assurda  a causa di un quadro normativo che non consente di agire velocemente evitando la creazione di situazioni di questo tipo”, dichiarando di fatto  l’impotenza dell’amministrazione comunale di fronte all’abbandono dell’area ma promettendo un aiuto da parte delle forze dell’ordine.

Lo strumento dell’ordinanza di sgombero è usato raramente (guardando al passato, ogni 3 anni circa), ma potrebbe certamente essere usato più frequentemente se ci fosse la volontà di risolvere. Un controllo maggiore del territorio anche da parte della polizia municipale potrebbe inoltre fungere da deterrente: c’è la volontà di farlo?

Da oltre 20 anni e 4 mandati di tre diversi sindaci (avete letto bene) ormai si sente dire che l’area sarà qualificata a breve (e prima o poi succederà, ovvio) ma i cittadini collegnesi vorrebbero date precise invece che le solite promesse. “L’Amministrazione comunale – dice Casciano – utilizzando nuovi strumenti urbanistici e partecipando a bandi di finanziamento sta facendo di tutto affinché i progetti  di riqualificazione urbana trasformino definitivamente la zona, un percorso lungo di trasformazione territoriale giunto quasi a compimento”. Ancora una volta, non viene indicata una data perchè la situazione sia risolta.

La variante del piano regolatore che raddoppia le altezze delle case (portandole da 5 a 10 piani, rendendo economicamente conveniente la trasformazione edilizia dell’area), è stata approvata nell’autunno del 2020 (lontani ricordi quelli del sindaco D’Ottavio che tuonava “Qui i palazzina non arriveranno!”).

Non risulta però che siano stati approvati progetti di costruzione, né che ci sia una data di inizio di eventuali cantieri. Il sindaco Casciano dice “quasi a compimento”, e i cittadini collegnesi sanno che questo “quasi” glielo si sente dire da… quasi 10 anni (più altri 10 dai sindaci precedenti).

Appare difficile che, senza un progetto approvato ad oggi, ci possa essere qualche novità a breve: necessario quindi aumentare gli sforzi e i controlli per evitare che ci siano nuovi assembramenti. I cittadini vorrebbero una data, non un “quasi” di circostanza.

Nel frattempo, se la soluzione dell’area Mandelli viene demandata ai proprietari, gli abusi di Strada della Berlia pesano sulle spalle dei cittadini collegnesi: il Comune di Collegno ha infatti stanziato 25mila euro circa (con affidamento diretto, senza alcuna gara d’appalto) di soldi pubblici per demolire una “casa” – più una baracca e due roulotte abbandonate – nel campo nomadi di strada della Berlia.

La Città rileva che “nel corso del tempo sulle piazzole sono stati edificati fabbricati di carattere stabile non conformi alle regolamentazioni previste per la gestione del Campo Nomadi”, situazione nota a tutti da decenni e di cui, ancora ad oggi, non si conosce la soluzione.

Nella fase di costruzione delle case spesso non si interviene, tanto che ad oggi sono presenti vere e proprie casette “di notevole mole realizzate in edilizia tradizionale” come si legge dai documenti dello stesso Comune; quando le strutture sono fatiscenti e pericolanti a pagare è il Comune di Collegno, cioè i cittadini. Come direbbe qualcuno, abbiamo “quasi” risolto…