3

Perché un Comune plastic free?
Prima che sia troppo tardi è necessario iniziare a combattere l’uso di questo materiale, creando una società completamente plastic free ovvero letteralmente “libera dalla plastica”. Questa è la denominazione di quei comuni italiani che hanno deciso di schierarsi contro l’uso della plastica, nel tentativo di salvaguardare i nostri territori. Secondo il National Geographic, “l’inquinamento da plastica è diventato uno dei temi ambientali più pressanti: la produzione di oggetti in plastica usa e getta sta soverchiando la nostra capacità di gestirla. Questo tipo di inquinamento è più evidente nelle nazioni con basse percentuali di riciclo, che stanno avendo i loro problemi a gestire nel modo corretto la plastica diventata rifiuto. Le comodità offerte dalla plastica hanno portato a una cultura dell’usa e getta che rivela il lato oscuro di questo materiale: oggi le plastiche monouso costituiscono il 40% di tutte quelle prodotte ogni anno. Molti di questi prodotti, ad esempio le buste di plastica o gli involucri per cibo, hanno una vita di pochi minuti o poche ore, anche se rimangano nell’ambiente per centinaia di anni.”

Cosa si fa a Collegno?
Collegno nell’ottobre 2019 ha iniziato un percorso Plastic Free con la sottoscrizione della campagna nazionale e le direttive del Ministero dell’Ambiente, abbandonando progressivamente l’utilizzo della plastica da tutti i locali e le forniture comunali. “Collegno ha dichiarato guerra agli imballaggi e alle plastiche monouso – aveva spiegato nel 2019 l’assessore Enrico Manfredi -, attraverso una serie di impegni nei prossimi anni che porteranno l’amministrazione comunale a eliminare la plastica da tutte le sedi istituzionali, dalle società partecipate e a sensibilizzare gli organizzatori di fiere ed eventi pubblici a ridurre il più possibile l’uso di stoviglie e materiali usa e getta”. Crediamo che sia un primo passo, ma non abbastanza dunque la proposta è di approvare una ordinanza che introduca l’obbligo per tutti – non solo per il Comune – di utilizzare plastica bio.

Ci sono due misure ulteriori che potrebbero aiutare l’ambiente:
– la prima è che la Giunta emetta una ordinanza per eliminare o ridurre al massimo l’utilizzo della plastica non solo nelle attività e forniture comunali, ma anche nelle attività commerciali (sul modello di Milano Plastic Free).

–  sulla scorta dei gruppi Plastic Free di altri comuni limitrofi (ad esempio Pianezza), organizzare anche con l’aiuto delle associazioni cittadine e dei Comitati di Quartiere “campagne” di pulizia dai residui della plastica. L’amministrazione dà gli strumenti (guanti, sacchi, supporto di un mezzo Cidiu a cui conferire i riuniti raccolti per le strade e i prati/giardini), i cittadini danno una mano su base volontaria.

Ci sono comuni, ad esempio quello di Fondi nel Lazio, che hanno approvato vere e proprie ordinanze Plastic Free: la n°9/2019 dispone “il divieto di somministrazione di cibi e bevande in contenitori di plastica, prevedendo un arco temporale necessario al consumo delle eventuali scorte di magazzino già acquistate dagli esercenti interessati” con il “divieto a tutti gli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande (sia attività commerciali che artigianali e ricettive) presenti sul territorio comunale di somministrare ai propri clienti alimenti e bevande in materiale monouso non biodegradabile e non compostabile, come ad esempio posate, piatti, vassoi, bottiglie, bicchieri, coppe, ciotole, cannucce, mescolatori per bevande. Il divieto si estende anche ad associazioni, società, comitati, enti, in occasione di feste e manifestazioni pubbliche di qualsiasi genere.”